Caro Presidente Levi,
abbiamo letto le tue dichiarazioni dopo l’approvazione della legge sul libro e la promozione della lettura.
Hai detto tra l’altro che la riduzione dello sconto massimo consentito provocherà un rilevante calo delle vendite e per questo la legge non è ciò che serve al mondo del libro.
E’ una posizione sbagliata e controproducente. E non perché nell’immediato si possa escludere una riduzione delle vendite, anche se l’evoluzione del mercato è sempre difficile prevedibile. Il motivo del nostro disaccordo riguarda una questione di fondo: non è il prezzo dei libri che determina il livello della lettura dei libri in Italia. E nel tempo non sarà una riduzione dello sconto che farà la differenza.
Ciò che rende più bassa la lettura dei libri nel nostro paese, rispetto anche al centro o Nord Europa (come anche l’Associazione Editori sostiene da anni) sono alcuni fattori strutturali tra cui il minore investimento nella scuola e nel sistema (pubblico e privato) della cultura.
La legge appena approvata rappresenta un punto di svolta per il nostro mondo: per la prima volta in Italia, il Parlamento all’unanimità riconosce l’importanza strategica della lettura per “il progresso civile, sociale ed economico della Nazione, la formazione e il benessere dei cittadini”. Ed è in nome di tutti i cittadini italiani che oggi noi editori dobbiamo diventare protagonisti di un’alleanza che coinvolga tutta la filiera del libro, dentro e fuori il mercato, arrivando fino alle biblioteche e alle scuole.
Per far questo dobbiamo prima di tutto saper riconoscere e valorizzare la funzione delle librerie, battendoci perché (come succede in Francia) lo Stato ne riconosca e incentivi la capacità di far crescere culturalmente il territorio circostante. E dobbiamo far nostra la battaglia per le “piazze del sapere”, cioè le biblioteche che animano mille iniziative, diventando luoghi di incontro privilegiati del quartiere e della città. E ancora, dobbiamo ricordare a tutti che nel promuovere la lettura (molto più di uno sconto) è essenziale la formazione dei bibliotecari scolastici, cioè di quelle persone che sanno come trasmettere la passione per la lettura ai bambini e agli adolescenti, confidando sul fatto che comunque già oggi in Italia le giovani generazioni leggono molti più libri degli anziani.
Come ben sai, la legge si compone di tanti diversi articoli: dalla promozione della lettura a scuola e nelle biblioteche, al rafforzamento del centro del libro, dai patti locali della lettura al contrasto della povertà educativa agli incentivi fiscali alle librerie. Su un punto importante siamo d’accordo. Occorre investire molto di più di quanto la legge preveda. Ora la legge ci consente di chiederlo al Governo e al Parlamento in maniera più fondata e forte, basandoci anche su ciò che in questi giorni ha dichiarato il Ministro Franceschini. Occorre certamente rafforzare tutti i provvedimenti a favore dei lettori: la Carta della lettura per le famiglie disagiate prevista nella nuova legge, ma anche – come tu giustamente sostieni – il potenziamento della App 18 e del Bonus docenti, e l’introduzione della detraibilità fiscale degli acquisti di libri.
Noi editori, dovremmo essere sempre lungimiranti, se non altro perché i libri che pubblichiamo dovrebbero avere una vita assai più lunga di altri media … Guardiamo dunque al futuro e battiamoci perché le nuove generazioni trovino buoni libri e buoni bibliotecari nelle loro scuole, trascorrano tempo in librerie belle e socievoli, magari si ritrovino nei tanti gruppi di lettori attivi nel nostro paese, dal Piemonte all’Emilia, dalla Sicilia alla Puglia.
Negli ultimi mesi sulla questione dello sconto il mondo del libro si è diviso, pagando un prezzo politico troppo alto. Ora la legge esiste ed è venuto il momento di puntare su ciò che unisce tutto il mondo del libro. Dobbiamo costruire insieme una forte iniziativa pubblica sulla lettura in cui coinvolgere anche scrittori e intellettuali che possano testimoniare come la diffusione dei libri sia essenziale per produrre immaginazione in un mondo che ne ha bisogno come non mai.
Alessandro e Giuseppe Laterza